Nato a Pagani (SA) vive a Catona di Reggio Calabria. Docente teorico-pratico dei vari processi di saldatura (SAE - SAO - TIG - MIG - MAG - EB WELD INSERT - TAGLIO OSSIGAS - ecc ). Ha insegnato presso le scuola aziendali dell’Alfa Romeo, Dalmine di Bergamo, Ancifap di Genova- Sestri, Ciapi di Catona (RC) e Regione Calabria.
Le sue opere sono eseguite con una tecnica particolare, plasmatura dell’acciaio mediante riporti di saldatura .
Ultime partecipazioni a mostre:
Basilea , Milano , Bologna , Viterbo , Hong kong , Zurigo , Cosenza , Albisola Marina , Genova , Bergamo . Nocera Inferiore . Selezionato “Premio Internazionale Webcolor 2005” , selezionato “ Premio Webcolor 2006 “ Nocera Inferiore ,Scafati, Salerno , Napoli ed altre località.
Molte opere sono esposte al “Museo dello Strumento Musicale “ di Reggio Calabria .
Chiesa di San Giorgio al Corso di Reggio Calabria ed in vari altri siti.
Si possono ammirare le opere in tanti siti .
Tra gli ultimi premi ricevuti:
“Premio Artisti in Emersione 2009”
“Premio Internazionale del Museo per la scultura 2009”
“Premio Giuseppe Calogero 2005”
“Premio Internazionale Roberto Murolo 2005”
“Premio Anassilaos S.Giorgio 2008 Città di Reggio Calabria”
Tra i 20 artisti più votato nel mondo al Premio Seetal 2007 del Kunst Forum International .
Ricevuto in udienza da S.S. Benedetto XVI il 9 dicembre 2009.
Hanno detto di lui:
Antonio Pepe attraversa il panorama delle attività operative in prima persona e le vive intensamente e da solo: e lui il solo ideatore e produttore delle sue creazioni dal pensiero al progetto alla realizzazione. Antonio Pepe rappresenta l’essenza della operosità che vive d’entro l’arte, dentro la scultura.
Prof. Gennaro Carresi
L’abilità indiscussa di un “Michelangelo della saldatura” si associa ad un caustico e partenopeo sghignazzo di un inventore che apre al dibattito ecologico a modo suo con morfologie e argomenti artistici inediti.
Prof. G. Paolo Manfredini
Antonio Pepe con la sua straordinaria tecnica dell’acciaio, regala alla mostra, grazie alle sue tre sculture, una carnale e spirituale presenza. Silenzio dunque, perché sta per nascere uno spazio di meraviglie, dove l’arte rievoca i boschi attraverso il filtro magico delle sue lucenti e colorate chimere.
Grazia Chiesa
Antonio Pepe espone due sculture in cui la figura, come essenza primitiva, è colta in posizione di movimento. Le sue opere ballano , parlano o pensano?
Valter Fabbri
Nulla è dovuto alla casualità, ogni sua realizzazione si presta a svariate motivazioni emozionali, incredulità nell’osservazione analitica dei materiali assemblati.
Ricerca continua di forme e contenuti che nascono da una forza interiore . legati alle più alte espressioni di forme artistiche: dalla preistoria alle concezioni di geometrismo moderno.
In Antonio Pepe si colgono motivazioni espressionistiche di forte impatto descrittivo, mentre rapporti formali ed equilibri descrittivi, nonche sicurezza della tecnica (saldatura), portano l’osservatore ad un totale coinvolgimento di sensazioni e vibranti emozioni.
Prof. Pietro Sellitti
Una fantastica sequela di punti di saldatura cui corrisponde, per ognuno, un sorriso per un’arte che deve essere vista come gioia di vivere.
Dott. Demetrio Spagna
Se lo scultore, se tutti gli scultori dovessero parlare sull’essenziale nei riguardi dell’arte del levare, direbbero certamente che il loro modo di esprimersi ha come fondamento un alternarsi armonico di vuoto e di pieno.
Poi c’è qualcuno che, nella utilizzazione magistrale di questa alternanza , ne determina l’aspetto formale con modalità inedite e con effetti particolarmente efficaci.
Questo qualcuno, non ancora nominato, è Antonio Pepe, paganensis, ossia di Pagani, in Campania, che, nell’espressività scultorea e nel movimento si rivela grande maestro.
Doppiamente maestro in quanto non solo definisce lo spazio, ma, quasi ammiccando, fa del vuoto un pieno.
In questa serie di sculture la determinazione rappresentativa del vuoto raggiunge vette sublimi.
Come se Antonio Pepe ricordasse a tutti noi che “l’arte rivela ai cuori ciò che nessuna scienza può rivelare alle menti.”
Antonio Pepe diventa quasi un Arcimboldo della scultura. Anzi lo è.
Prof. Dott. Antonino Monorchio
Come quell’uomo e quella donna che all’apice del poliedro si guardano e continuano a fissarsi in una danza che , anch’essa non avrà mai fine, consapevoli come sono che quell’unione a cui tendono,nell’Uni-Verso in cui insistono, solo un Oltre potrà semmai infinitivamente esaudire.
A tale metafisica interrogazione induce l’arte “poliedrica” del maestro Antonio Pepe…………
Nella sosta contemplativa che sa donarci.
Dott. Attilio Meliadò